A pochi giorni dalla data dello sciopero riteniamo di dover fare ancora alcune riflessioni e pertanto abbiamo predisposto uno schema riassuntivo sulle cose basilari di cui necessitano la categoria ma soprattutto le comunità locali, e le cose che invece vogliono propinarci con il nuovo testo unificato di disegno di legge dopo le modifiche apportate dai funzionari del Ministero dell’Interno.
• Previdenza: per un’elementare regola di civiltà giuridica ma anche per una questione di funzionalità delle strutture di Polizia Locale, LA CATEGORIA, considerati i servizi svolti e le qualifiche che ricopre, ha il sacrosanto diritto di avere un trattamento previdenziale equiparato alle polizie statali (che significa andare in pensione prima e con un assegno dignitoso.
IL MINISTERO invece suggerisce (per non dire impone) un indefinito autonomo trattamento
previdenziale da stabilire con Regolamento Ministeriale nell’ambito del tetto di spesa di 120 milioni
(peraltro assolutamente insufficienti a raggiungere un trattamento anche lontanamente equiparabile a quello delle polizie statali).
• Contratto: come già detto e ridetto, viste le particolari e delicate funzioni che svolge la Polizia Locale, e come tali non meno “importanti o qualificate” di quelle svolte dalla Polizia ad ordinamento statale, la CATEGORIA ha assoluta necessità di essere sottratta dalle logiche privatistiche previste dal vigente sistema contrattuale (Più MULTE, Più PREMI) e di avere un CONTRATTO DI DIRITTO PUBBLICO come le polizie statali.
Il MINISTERO invece suggerisce un’autonoma ed indefinita sezione all’interno dell’attuale sistema
del Contratto Enti Locali di stampo privatistico.
• Piccoli comuni: nel 2022 non è più possibile mantenere strutture di Polizia Locale mono-bi-trioperatore, senza centrale operativa a cui appoggiarsi, senza accesso alle banche dati, senza formazione ed equipaggiamento adeguato, senza tutele e con contratti aziendali da fame.
Pertanto la CATEGORIA, e la cittadinanza, hanno bisogno che vi sia un obbligo di costituire strutture di Polizia Locale con un numero di operatori congruo per svolgere con competenza ed in sicurezza il servizio (noi abbiamo suggerito il numero minimo di 25 operatori).
Il MINISTERO ha invece suggerito di lasciare il tutto alla potestà delle singole regioni. Sappiamo
già come andrà a finire: nella più probabile delle ipotesi esse non faranno nulla oppure assisteremo alla lotteria dei numeri con regioni che avranno minimi troppo bassi e altre, poche, magari eccessivamente alti.
• Comandanti: i comandanti, considerate le delicate funzioni pubbliche svolte, devono poter essere
nominati anche per CONCORSO (e noi suggeriamo solo per concorso) per una questione di giusta
autonomia dalla corrente politica di turno.
Il MINISTERO suggerisce addirittura la nomina solo per INCARICO (!), relegando i comandanti
ad essere i “maggiordomi” del Sindaco di turno e, di riflesso, squalificando tutto il Corpo.
• Formazione: questo aspetto è fondamentale; è assolutamente necessario che vengano create
obbligatoriamente scuole/accademie (regionali/interregionali/unica nazionale) per la formazione e
l’aggiornamento della categoria. Nella versione unificata precedente era GIUSTAMENTE prevista la possibilità di avvalersi delle scuole delle polizie statali.
Il MINISTERO ha invece suggerito di sopprimere quest’ultima possibilità, che invece è fondamentale perché sappiamo benissimo che le regioni avranno pochissima possibilità (e voglia) di
investire denaro nell’istituzione di tali scuole, pertanto appare più razionale ed economico usufruire
delle strutture statali esistenti.
• Armamento: nella versione unificata precedente era previsto l’obbligatorietà dell’armamento in
modo da uniformare l’operatività dei Corpi di PL su tutto il territorio nazionale.
Il MINISTERO ha invece suggerito di tornare alla vecchia soluzione nella quale sono i Consigli
Comunali a decidere sull’armamento, lasciando così l’attuale situazione di totale difformità tra un
comune e un altro;
• Qualifica di PS: abbiamo sempre ipotizzato che tale qualifica non possa essere disgiunta da quella di operatore di PL, pertanto non può esistere un operatore di PL senza qualifica di PS ed essa deve essere acquisita ipso iure al momento del superamento del corso di formazione.
Il MINISTERO ha invece suggerito di tornare alla vecchia soluzione, con la qualifica concessa dal
Prefetto e pertanto con la possibilità di avere operatori di PL senza qualifica di PS.
• Accesso allo SDI: abbiamo più volte chiesto l’estensione dell’accesso allo SDI anche alla sezione denominata “cruscotto operativo/controllo del territorio”, fondamentale per chi si occupa di accertamenti di PG.
Il MINISTERO, invece, oltre a trovare scuse risibili per non emanare ormai da anni il decreto di
attuazione per l’accesso allo SDI, ha suggerito brillantemente di eliminare anche l’accesso ai
“precedenti”, così da rendere difficoltoso per gli operatori di PL la raccolta degli elementi per decidere, ad esempio, se procedere o meno ad un arresto facoltativo (qualcuno avra paura della concorrenza?).
Questi gli aspetti più importanti.
LO SCIOPERO DEL 15 GENNAIO 2022 è, senza dubbio, l’occasione finale per DIMOSTARE A
TUTTI CHE LA CATEGORIA HA UN MINIMO DI DIGNITA’ E CHE NON HA INTEZIONE DI ESSSERE TRATTATA ALL’INFINITO COME UNA POLIZIA DI “SERIE Z” PER I DIRITTI E DI “SERIE A” PER I DOVERI !!!
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